NOVEMBRE – Mese dei Santi e mese dei nostri cari defunti
Pubblicato giorno 25 ottobre 2024 - In home page
«Un giorno dopo l’altro, o Signore della mia vita, starò davanti a te a faccia a faccia. A mani giunte, o signore di tutti i mondi, starò davanti a te a faccia a faccia. Sotto il grande cielo in solitudine e silenzio, con cuore umile starò davanti a te a faccia a faccia. In questo tuo mondo operoso, nel tumulto del lavoro e della lotta, tra la folla che s’affretta, starò davanti a te a faccia a faccia. E quando il mio lavoro in questo mondo sarà compiuto, o Re dei re, solo e senza parole, starò davanti a te a faccia a faccia». (Tagore)
«Signore Dio, non possiamo sperare per gli altri più di quanto si desidera per se stessi. Per questo io ti supplico: non separarmi dopo la morte da coloro che ho così teneramente amato sulla terra. Fà o Signore, ti supplico che là dove sono io gli altri si trovino con me, affinché lassù possa rallegrarmi della loro presenza, dato che ne fui così presto privato sulla terra. Ti imploro Dio sovrano, affrettati ad accogliere questi figli diletti nel seno della vita. Al posto della loro vita terrena così breve, concedi loro di possedere la felicità eterna». (Sant’Ambrogio)
Dal mese di novembre è tradizionalmente legato alla commemorazione dei defunti. Anche chi non è solito frequentarli durante il resto dell’anno, va al cimitero, prega con più intensità per i cari già passati all’altra vita. E’ soprattutto il 2 novembre che non a caso nella dicitura popolare viene chiamato il “giorno dei morti”. In realtà la Chiesa ricorda in ogni Eucaristia chi ci ha già preceduti nell’incontro con il Signore ma in questo periodo la loro memoria è più forte e sentita. Sembra un paradosso ma non lo è per niente. Si prega per i morti per celebrare la vita, perché li si crede vivi nel Signore, per accompagnarli nel cammino di avvicinamento a Lui. Parliamo del Purgatorio che il Compendio del Catechismo al numero 210 definisce «lo stato di quanti muoiono nell’amicizia di Dio, ma, benché sicuri della loro salvezza eterna, hanno ancora bisogno di purificazione, per entrare nella beatitudine celeste». E il numero successivo aggiunge: «In virtù della comunione dei santi, i fedeli ancora pellegrini sulla terra possono aiutare le anime del purgatorio offrendo per loro preghiere di suffragio, in particolare il Sacrificio eucaristico, ma anche elemosine, indulgenze e opere di penitenza». Tuttavia al di là di queste motivazioni teologiche alla base delle commemorazioni dei defunti ci sono anche ragioni spirituali. Pregare per i morti vuol dire credere che esiste una vita oltre a questa, che incontreremo il Signore, che esiste un legame diretto tra la terra e il cielo. Ma è anche un modo per sentire più vicine le persone che abbiamo amato, per ringraziarle di esserci state, per imparare dal ricordo delle loro esistenze, è quello che il Signore vuole insegnarci. Preghiamo con speranza cristiana che siano con Lui in paradiso, nell’attesa di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che non comprendiamo, ma che sappiamo essere vero perché è una promessa che Gesù ha fatto. Tutti risusciteremo e tutti rimarremo per sempre con Gesù, con Lui». Nella professione di fede del cristiano noi affermiamo: «Credo nella santa Chiesa cattolica, nella comunione dei Santi».. Dalla comunione dei santi nasce l’interscambio di aiuto reciproco tra i credenti in cammino sulla terra i credenti viventi nell’aldilà, sia nel Purgatorio che nel Paradiso. La Chiesa, inoltre, in nome della stessa figliolanza di Dio e, quindi, fratellanza in Gesù Cristo, favorisce questi rapporti e stabilisce anche dei momenti forti durante l’anno liturgico e nei riti religiosi quotidiani. (Dal quotidiano Avvenire)