I DOMENICA DI AVVENTO 2024 (Lc 21,25-28.34-36)
Pubblicato giorno 29 novembre 2024 - In home page
Fino a Natale e per tutta la vita
In questa prima domenica di Avvento il Vangelo di Luca, al capitolo 21 ci presenta Gesù che invita i suoi discepoli ad alzare lo sguardo ed essere vigili. Questi due gesti devono essere caratteristici di tutti i discepoli del Signore: alzare lo sguardo ed essere attenti! Anche noi che crediamo in Lui siamo invitati dal Signore a non abbassare lo sguardo sulle nostre fragilità, a non chiuderci per paura di essere giudicati indegni della sua misericordia… Dobbiamo invece nutrire sempre la fiducia in un Dio che viene a visitarci per donarci il suo amore e proprio perché sa che siamo fragili. Questo nuovo percorso del nuovo anno liturgico prevede come prima tappa un periodo di predisposizione e di attesa, preparazione interiore nel contrassegno della festa e della gioia. Il tempo di Avvento è allora periodo di predisposizione al Natale del Figlio di Dio che viene nella carne, preparazione alla festa indicibile del Tutto che entra nel frammento (von Balthasar). Le quattro settimane che si profilano ci invitano a non lasciare che il giorno di Natale arrivi e passi inosservato o si trascorra solamente all’insegna dello sfarzo dei regali e del consumismo. Gesù è venuto nella storia oltre duemila anni or sono. Il Natale non deve incombere nella nostra vita quasi come una festa senza festeggiato, ma la sua celebrazione va predisposta nella consapevolezza che colui di cui celebriamo la nascita, è il Dio che nasce esile e indifeso bisognoso di ogni cura, in una scomoda abitazione di Betlemme. Prepararsi al Natale vuol dire quindi rievocare un evento che tanto ci coinvolge come quello di Betlemme e attenderne la celebrazione nella consapevolezza che essa stessa ce lo riattualizzerà, apportandoci di esso tutti i vantaggi salvifici. L’Avvento è aspettativa di spiritualità, di accoglienza del dono che Dio ci ha fatto di se stesso e di rinnovato impegno di elevazione dell’animo. E’ un rinnovo costante della nostra professione di fede, un innalzamento di noi stessi i cui ausili irrinunciabili sono la preghiera, la meditazione, la riflessione della Parola di Dio, perché da queste risorse possiamo incentivare l’adesione al mistero di Dio che si fa uomo affinché noi viviamo da uomini divinizzati. Le quattro settimane liturgiche che stiamo per trascorrere tuttavia non si limitano al solo periodo di attesa di una data, sia pure esaltante, del 25 Dicembre. Esse ci rammentano infatti che tutta la vita è un’attesa continua di Dio che viene nella forma totalizzante del nostro vissuto; come l’Oggi che interessa da vicino la nostra vita; il Passato del quale si fa memoria istruttiva e il Futuro verso il quale occorre incamminarci con fiducia e che intanto va costruito mattone dopo mattone nell’attualità. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb 13, 8). Chiediamo al Signore il coraggio di alzare a gli occhi a lui e confidare nella sua salvezza. (Padre Gian Franco Scarpitta)