Gridate a tutti che Cristo è Risorto
Non c’era nessuno, quel mattino, quand’era ancora buio, in quel giardino vicino al Calvario, dove si trovava quel sepolcro nuovo, nel quale ancora nessuno era stato deposto. Nessuno si era recato nemmeno il giorno prima a quel sepolcro, perché era sabato, e la legge dei Giudei non lo consentiva. Nessuno aveva ancora potuto sistemare quel corpo, sepolto in fretta e furia, morto tutto sommato in tempi rapidi, poiché era la Parasceve, ossia la vigilia, e il sabato stava già per iniziare. Nessuno si aggirava da quelle parti. Sarà stato anche pericoloso, senz’altro, ma era la situazione ideale per una come lei, chiacchierata, vituperata, bollata come indemoniata, eppure così appassionata di Gesù e della sua Parola di salvezza da non abbandonarlo nemmeno sotto la croce. È amare oltre la morte. Maria lo sa bene, e non ha paura né del buio, né della solitudine di quel giardino: lei, che da Magdala di Galilea viene a Gerusalemme per la Pasqua, ha una sola paura, quella di non riuscire a entrare nel sepolcro per onorare come si deve il corpo dell’amato Maestro. La pietra del sepolcro è troppo pesante perché sia rimossa, e non c’è nessuno che la possa aiutare: nessuno. Ma quando arriva Maria vede che la pietra era stata tolta dal sepolcro, ed entrando non vi trova… nessuno, neppure il Maestro. Ma il “nessuno”, non sempre è solitudine; il “nulla”, non sempre è assenza. È questione di fede, è questione di quella forza che ti senti dentro, che tu non vedi ma che c’è, ed è capace di ridare vita al nulla, di rendere “qualcuno” quel “nessuno” che ti circonda. È come la forza contenuta nel seme: non la vedi, eppure lo fa germogliare nascosto nelle viscere della terra. È come la forza della primavera: non la vedi, eppure fa esplodere di fiori anche i rami più secchi e i prati più inariditi. Questione di fede, allora, ma anche di amore: perché se è vero che nessuno l’ha visto risorgere, è altrettanto vero che la fede e l’amore di qualcuno l’hanno incontrato risorto e l’hanno annunciato a noi. È per quella fede e quell’amore che il buio, la solitudine e il macigno davanti alla tomba non fanno più paura e puoi correre all’impazzata a dire che il Maestro, dentro là, non ci sta più. Ed è per quella fede e quell’amore che noi, oggi, ancora una volta, dopo duemila anni, diciamo “no” alla morte e sì alla vita. Non è più il tempo del nulla e del nessuno, tra le cose della terra: è tempo di “rivolgere il pensiero alle cose di lassù”. Perché la tomba vuota è quaggiù, ma Cristo Risorto è lassù, seduto alla destra di Dio. E la nostra vita, prima nascosta nel nulla e nel nessuno delle cose della terra, ora è nascosta con Cristo in Dio.
Don Alberto Brignoli