II DOMENICA IN ALBIS – (Gv 20, 19-31)

Pubblicato giorno 22 aprile 2022 - In home page

DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Confida in me

Mentre celebriamo questa Pasqua prolungata che è la settimana in albis, viviamo anche il momento importante per la nostra fede: la domenica della Divina Misericordia. Il vangelo della 2^ domenica di Pasqua sta a fondamento dell’incertezza dei discepoli dopo i primi resoconti visivi sulla tomba vuota che viene lacerata dalla presenza di Gesù Risorto, in mezzo ad essi e comunica la pace mentre offre la visione delle sue stigmate. Il dono dello Spirito sigilla la missione a loro affidata e imperniata sulla Divina Misericordia: essi sono uomini perdonati, possono pertanto perdonare a loro volta nel suo nome, poiché sono chiamati a condividere con ogni uomo l’indicibile esperienza di questo amore. Se Gesù presenta subito il perdono dei peccati come chiave della missione, significa che dovrà essere al centro della loro opera evangelizzatrice: qualora infatti annunciassero il volto di un Dio che non fosse Amore e Misericordia, tradirebbero la propria vocazione e missione. Perciò crediamo si debba ringraziare Tommaso, assente dal gruppo degli apostoli alla prima apparizione di Gesù. Leggiamo la sua assenza come espressione ancora più chiara dell’incertezza/incredulità che regnava in tutti riguardo al Signore sparito dalla tomba. Incertezza e incredulità che emergono con forza quando i suoi fratelli gli raccontano di aver visto il Signore. Tommaso non riesce a fidarsi della loro sola testimonianza. Il suo reclamo è puntuale: “se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo” (Gv 20,25). Che poi, forse vuol dire più o meno questo: “a voi ha fatto vedere le mani e il fianco? Perché allora non posso vederli anch’io? Voglio vedere con i miei occhi e toccare con le mie mani come sia possibile che dei segni di morte siano adesso segni di vita”. Già, hai ragione Tommaso, proprio qui sta il problema. Come è possibile che le terribili ferite inferte al Signore dal nostro peccato siano diventate fonte di luce, gioia, pace e benedizione? Questa è veramente una questione di fede! Gesù viene incontro alla debolezza di Tommaso, debolezza non diversa da quelli degli altri discepoli e dalla nostra. La posta in palio è troppo importante, ne va dell’immagine di Dio che anche Tommaso dovrà annunciare, quindi gli ripresenta mani e fianco invitandolo a guardare e toccare, ovvero a credere. Tommaso crolla in ginocchio esclamando:  “Mio Signore e mio Dio!”(Gv 20,28) Gesù gli parla ancora con amore! Ma aggiunge: perché mi hai veduto hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”(Gv 20,29) Il Signore proclama la beatitudine di tutti coloro che credono alle sue parole senza vedere, ci siamo dentro anche noi! Il culto della Divina Misericordia ben si riallaccia a questa domenica perché consiste nel perdono, nella fiducia e nell’infinita bontà di Dio e nelle opere di misricordia verso il prossimo. Questa festa ricca di grazie straordinarie è stata voluta da Gesù tramite suor Faustina Kowalska ed è stata istituita da San Giovanni Paolo II.

 (Don Giacomo Falco Brini)