XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – (Mc 10,35-45)
Pubblicato giorno 18 ottobre 2024 - In home page
Vera grandezza è amare e servire
Se ci guardiamo attorno vediamo, tante volte, la corsa al successo, al prestigio, ad una posizione, al comando, al volere che le cose siano sempre come vogliamo noi, vediamo la corsa ai propri interessi. Non si tratta tanto di giudicare gli altri, quanto di fare un esame di coscienza, perché anche in ciascuno di noi c’è questo desiderio, quest’istinto, questa tentazione. Agli apostoli, i quali chiedevano di sedere uno alla sua destra e una sinistra in quello che immaginavano come un regno particolare, di potenza umana, e di fronte agli altri che erano invidiosi ed arrabbiati per queste richieste, Gesù dice: “…chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà schiavo di tutti. E dà la sua testimonianza, presenta la sua scelta, dice: “Il Figlio dell’uomo – e parla di se stesso – non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Come Gesù si è fatto servo? Senz’altro, a Nazareth sarà cresciuto nella bontà del cuore, nell’amore alle persone, nel servizio del suo lavoro. Ma soprattutto nella sua vita pubblica: Egli è stato sempre alla ricerca dei poveri, dei malati, dei peccatori, come un pastore buono e sempre in cerca di qualunque pecora, anche di quella smarrita e soprattutto di quella; la porta al sicuro rischiando, lui stesso, la sua vita. E la sua vita l’ha donata davvero, con tutto il suo amore infinito, nel sacrificio della croce. Ha dato tutto se stesso per tutti e per ciascuno, per portarci tutti alla grazia della risurrezioneGesù è venuto per servire non per essere servito. Anche per noi – ed è l’esperienza di tanti – la vita è bella, ha senso, è piena… se si ama, se si serve. La nostra vera realizzazione non sta nelle ambizioni umane, ma sta nell’amore, nel servizio. Questo lo vediamo nella vita delle famiglie: i genitori a servizio della vita e della crescita dei figli, l’amore servizievole gli uni per gli altri, specialmente quando c’è qualche malattia o preoccupazione. La professione è bella ed è significativa se è vissuta come servizio; qualunque professione non è soltanto per uno stipendio, per una carriera, ma per un amore, un aiuto, un servizio alle persone. Così la scuola: a servizio dell’educazione, della crescita, dell’apertura alla vita dei bambini, dei ragazzi, dei giovani. Molte persone poi vivono il servizio in tante forme di volontariato che offrono aiuto concreto soprattutto ai più deboli, ai disabili, ai malati, alle persone in difficoltà. Noi siamo cristiani, credenti, discepoli di Cristo, servo di Dio e servo degli uomini, “tra voi non è così”, cioè tra noi c’è e ci deve essere solo e soltanto l’amore, il servizio, il dono, il sacrificio di sé per il bene di tutti. (Don Roberto Rossi)