IV DOMENICA DI PASQUA – (Gv 10,1-10)

Pubblicato giorno 28 aprile 2023 - In home page

 Entrare e uscire dalla Porta

La 4^ domenica del Tempo di Pasqua che oggi celebriamo è denominata “Domenica del Buon Pastore” perché ogni anno la Liturgia ci invita a leggere una parte del capitolo 10 del Vangelo di Giovanni, che è il capitolo nel quale Gesù pronuncia il famoso discorso in cui utilizza differenti immagini tratte dal mondo della pastorizia. Oggi, in una società nella quale la figura del pastore che guida un gregge è divenuta tanto bucolica e pittoresca quanto rara, fatichiamo a comprendere quale sia il rapporto tra un pastore e ogni singolo capo di bestiame che gli appartiene: ma esiste certamente un legame affettivo fortissimo, che arriva spesso alla conoscenza per nome di ogni pecora, di ogni agnellino, ognuno con la propria storia, le proprie bellezze e le proprie fatiche. Questa immagine sta alla base anche della Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni, che da quasi sessant’anni si celebra ogni anno proprio in questa domenica: Paolo VI, quando istituì questa giornata nel 1964, chiese ai cristiani di tutto il mondo di pregare tutti insieme, in unico giorno, perché non mancassero mai giovani e ragazzi “che sappiano alimentare nel loro giovane cuore il desiderio di servire un giorno la Chiesa, e di donarsi alle anime per tutta la vita, per riprodurre in sé i lineamenti del Buon Pastore, e seguirne fedelmente le orme”. L’immagine del Buon Pastore contrapposta in alcuni punti a quella dei mercenari e in altri punti a quella di ladri e briganti, o semplicemente a quella di un “estraneo”, denota chiaramente l’intenzione da parte di Gesù di mostrare cosa significhi essere guide, pastori dediti con tutta la propria vita al bene del gregge, del popolo che è stato loro affidato. Le similitudini usate in questo capitolo 10 sono davvero molte. Gesù oggi si definisce non tanto “il Buon Pastore” quanto “la porta delle pecore”: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. La porta ha, come sappiamo, la funzione di chiudere e aprire il passaggio da un luogo a un altro, in questo caso l’ovile. Gesù ci dice che troveremo in lui salvezza, pascolo e vita in abbondanza nella misura in cui passeremo attraverso di lui, “entrando e uscendo”. È proprio questo duplice movimento, quello di entrare e uscire dalla porta, che ci dona salvezza. È la libertà che Gesù lascia di “entrare e uscire”, perché questa libertà permette di andare alla ricerca e trovare pascolo e vita in abbondanza; mentre il mercenario, il ladro, il brigante punta solo ad approfittare delle pecore, negando loro la libertà di entrare e uscire, con il solo scopo di rapirle e tenerle per sé.
 (Don Alberto Brignoli)