II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – (Gv 2,1-11)
Pubblicato giorno 17 gennaio 2025 - In home page
Le nozze di Cana
Inizia il “tempo ordinario” della liturgia. Ci viene offerta l’opportunità di vivere nella concretezza la vita personale e comunitaria che richiama alla santità universale, quotidiana, silenziosa, non appariscente alla quale ogni cristiano è chiamato. Vivere sempre e soltanto di feste e di solennità può portarci a svuotarle di significato. Esistono lunghi periodi fecondi di vita buona nei quali con semplicità scopriamo la bellezza di essere discepoli di Gesù, la gioia di poterlo amare, l’entusiasmo di seguirlo. Ad ogni suo discepolo, alla nostra comunità in particolare, Gesù chiede di non sprecare la grazia del “tempo ordinario” della Liturgia. Ci facciamo accompagnare da Gesù, vino inebriante, rimedio per la nostra tristezza, fonte di gioia per i nostri dolori”. Gesù porta alla festa di nozze la novità ancora nascosta della sua presenza. Nessuno degli invitati pensa a Lui Vino nuovo che dona l’ebbrezza dell’amore. Finché non si rivela, Gesù è uno degli invitati. Qualcosa, tuttavia, manca in quella festa. Si sperimenta un vuoto. Non c’è più vino. La mancanza di vino ad una festa di nozze è il massimo dell’umiliazione. Maria, Madre del Signore, lo sa. Per questo motivo butta nella mischia la sua parola di intercessione: “Non hanno più vino!”. E’ l’implorazione al Figlio. L’Unico che possa portare la gioia dove si profila una tristezza penosa. Proviamo spesso questo stato d’animo di angoscia quando ciò che avevamo pensato nei minimi particolari va in fumo per una disattenzione. Ci capita quando dialoghiamo. Ci capita quando amiamo. Ci capita quando lavoriamo. Alle nozze di Cana non è arrivata l’ora di compiere segni che mettano in Luce la gloria del Signore.
La preghiera della Madre ha il potere di accelerare l’ora di Dio. Una comunità di discepoli è inevitabilmente una comunità che prega, che sa rivolgersi a Dio con fiducia e abbandono. Come fa Maria con suo Figlio. In questo tempo favorevole che si apre davanti a noi, tutti possiamo diventare maestri di implorazione. (don Mario Simula)